Ed ecco anche quest’anno giunto al termine uno degli eventi più suggestivi dell’autunno elbano: la Festa dell’Uva.
Non mi perdo mai questa sagra capace di accendere quello che è già di per sè un paese magico: con i suoi vicoli antichi e suggestivi, i balconi fioriti, la convivialità degli abitanti e gli squarci di panorama dove dall’alto si ammira l’azzurro del mare che incontra la verde vegetazione elbana.
Quando Capoliveri è in festa non puoi che essere trasportato dall’atmosfera ludica che si respira: questa diciottesima edizione è stata vissuta con lo stesso entusiasmo della prima volta, tra tradizione e mosto, tra allegria e buon vino.
Camminando per i vicoli ovunque puoi notare un tripudio di colori e allegria, le strade brulicano di persone che ti accolgono con giubilo, offrendoti un buon bicchiere di vino e trasportandoti in una realtà parallela.
Il segreto del successo della Festa dell’Uva è che tutto il paese si mette in gioco: un popolo orgoglioso delle proprie tradizioni, un’ intera cittadina in festa, che riesce a evocare momenti di ispirazione per tutta l’Elba e di grande impatto per i turisti.
Capoliveri durante la sagra più attesa dell’anno rievoca il suo antico splendore: ogni rione ricrea lungo la propria contrada scene quotidiane dei tempi che furono.
La preparazione avviene in segreto e tutto è curato alla perfezione: abiti, acconciature, postura e atteggiamenti dei figuranti.
Vi è persino la paglia per strada, gli asinelli e i pulcini...ovunque tu guardi hai l’impressione di avere fatto un viaggio a ritroso nel tempo.
Durante quest’edizione 2013 Il Baluardo, La Fortezza, Il Fosso e la Torre si sono sfidati allestendo scene di importanti episodi
storici.
Il Fosso ha scelto l’assalto del Pirata Saraceno Dragut a Capoliveri nel 1555.
La Torre ha rievocato il 1792 quando i frati sfuggendo alla rivoluzione Francese approdarono a Madonna delle Grazie, dove si nascosero per un lungo anno.
Il Baluardo ha messo in scena l’anno 1915 quando i minatori scioperarono per l’aumento del costo del pane , mentre la Fortezza ha allestito la leggenda del capoliverese Polduccio che nel 1860, di ritorno da
un naufragio, trovò un tesoro che il padre aveva nascosto proprio nel suo paese.
Suggestione e atmosfera sono gli ingredienti forte di quest’anno che ha visto come vincitore il Baluardo per l’ottava volta, aggiudicandosi l’ambita statua del Bacco come premio.
Ancora una volta complimenti a Capoliveri che emoziona e colpisce, riuscendo a non lasciare mai disilluse le grandi aspettative riposte in un piccolo grande paese che mette l’anima in tutto ciò che fa.