Di schiaccia in schiaccia, di produzione familiare in produzione familiare, il tema della schiaccia briaca ci sta portando a scoprire nuove storie.
Se si gira per il centro storico di Capoliveri, si capisce che i racconti di Alessio e Gabriele sono più che mai autentici.
Ogni famiglia elbana, in passato, faceva la propria schiaccia, un pan dolce condito
Ognuno lo personalizzava, aggiungendo qualche ingrediente semplice e prezioso, come poteva.
Oggi, ci pare di capire che in fondo sia ancora così.
La schiaccia che oggi si vende è sia un dolce tradizionale che un ottimo prodotto per turisti, apprezzato nella sua semplicità.
E sono diversi gli impasti proposti da chi oggi ha saputo portare avanti la tradizione locale, commercializzando un dolce genuino, che non è mai uguale a sé stesso.
Sui banchi dei negozi, in esposizione, se ne trovano vari tipi e marchi diversi.
La nostra curiosità è dunque aumentata e ci siamo messi ad approfondire il tema.
Siamo andati a intervistare i proprietari del panificio Nuova Elba.
Posto nel cuore del centro di Capoliveri, è condotto da Marcello insieme ai suoi parenti e qualche aiutante.
La storia di questo laboratorio artigianale parte da lontano
spiega Marcello Ottanelli che incontriamo in un pomeriggio caldo d’estate ad un caffè della piazza, ben prima di entrare in bottega.
“Il nostro negozio si trova al piano terreno di un vecchio palazzo che un tempo era tutto di una sola famiglia. Proprio qui, porta a porta, due fratelli avevano aperto due forni artigianali – racconta – noi siamo subentrati a loro”
“Di andare a pescare o fare il muratore, ero un po’ stanco, ho trovato l’occasione di comprare la licenza e così, a quarant’anni compiuti, ho intrapreso un nuovo mestiere“
Tredici anni fa, dunque, Marcello smette i panni del pescatore e insieme a suo cognato, Mario, Arianna e Monica decide di rilevare l’attività.
Seguito nei primi tempi dai vecchi proprietari, impara l’arte difficile e antica del panificare.
Poi ci mette del suo, proponendo nuovi prodotti che ampliano la gamma e seguono le richieste della clientela.
Ognuno dei quattro soci si specializza in un ruolo: Marcello fa il pane, Mario lo cuoce, Monica e Arianna, le mogli, si danno il cambio al banco del negozio, sia d’estate che d’inverno.
“Di questo lavoro mi piace tutto – commenta Marcello – se no non lo potrei sostenere, con gli orari che si fanno. In questi ultimi anni il lavoro è un po’ calato, si inizia all’una di notte e si finisce verso le sei di mattina. Qualche anno fa, quando d’estate c’era più gente, si iniziava alle 23.30 e si finiva anche verso le 8.30 o le 9.00. Riforniamo la gente del paese, gli alberghi, i ristoranti di Capoliveri e qualche rivendita di Porto Azzurro.”
“Il nostro pane migliore per me resta la ciabatta, la reputo il pane più casereccio, rispecchia il vecchio pane, ma anche il nostro pane ai cereali piace molto”
E infine arriviamo a parlare di schiaccia, il dolce che in paese va per la maggiore e sul quale da qualche anno si sta come innescando una sorta di competizione, tra chi la propone avvicinandosi di più alla tradizione.
“Certo, anche noi facciamo la schiaccia – sottolinea Marcello – sia quella bianca di Capoliveri che quella rossa riese, ma produciamo anche ottimi cantucci e gli anicioni. Come le faccio? Nella schiaccia bianca metto un po’ di moscato, uva passita, pinoli, mandorle, noci, nocciole; in quella rossa, alchermes, limone e bucce d’arancio. Sono squisite, i nostri clienti apprezzano. Penso che tutti gli ingredienti che ci metto io non li metta nessuno!”, conclude sorridendo.
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