Un equipaggio fuori dal comune che per sei anni ha navigato nei mari del Mediterraneo percorrendo oltre 20.000 miglia, un percorso “Pari alla circonferenza massima della Terra”, come ci tengono a precisare i protagonisti di questa inconsueta avventura.
Parliamo del team che ha ideato e animato il progetto Mediterranea, un viaggio iniziato nel 2013 da San Benedetto del Tronto che si concluderà il prossimo 12 ottobre a Genova e che ha visto protagoniste 52 persone con esperienze professionali diverse, ma tutte animate da un unico obiettivo: creare un legame fra paesi diversi del Mediterraneo.
Un progetto ambizioso che ha portato l’equipaggio di Mediterranea ad incontrare uomini e donne di nazioni e culture diversi del Mediterraneo, passando per il Mar Nero e il Mar Rosso settentrionale, fino ad affacciarsi sull’Atlantico.
A pochi giorni dalla conclusione del loro viaggio, il 2 ottobre il team di Mediterranea è giunto fino all’Isola d’Elba ed è approdato nel borgo di Capoliveri facendo visita al palazzo municipale, incontrando i membri dell’associazione Elba Green Laboratory che da tempo sviluppa con i giovani progetti culturali per la valorizzazione del territorio per poi visitare le antiche miniere del ferro del promontorio del Calamita.
Il nostro obiettivo – Ci hanno spiegato Simone Perotti e Francesca Piro del team Mediterranea – è stato quello di unire vemti paesi del Mar Mediterraneo sia sotto il profilo nautico, che soprattutto dal punto di vita scientifico e culturale. Un viaggio che è servito a studiare dunque i popoli che abbiamo incontrato, per elaborare un modello di vita del Mediterrano da prendere ad esempio per costruire un futuro migliore per queste civiltà di oggi.
Nella loro visita alla comunità di Capoliveri, il gruppo di Mediterranea ha potuto ammirare la profondità della terra scendendo nelle cavità della Miniera del Ginevro e come lo stessi hanno scritto sulla loro pagina facebook (Progetto Meditteranea) “E’ stato impressionante (…). Nel guardarci intorno, alzando gli occhi verso la volta dell’enorme cava del giacimento, abbiamo rivisto i volti dei minatori anneriti dal fango, abbiamo sentito il rumore fortissimo della trituratrice, abbiamo respirato l’aria satura di polveri, abbiamo toccato la roccia umida e ossidata virare dal blu al giallo al rosso, abbiamo percepito il sapore ferroso del respiro della montagna nella nostra gola. Uscire dalle gallerie è stato tornare alla luce, ai colori, all’aria salmastra di questa splendida isola”.
Visitare l’Elba è stato meraviglioso. Questa terra è sempre una sorpresa e – promettono i ragazzi di Mediterranea – state attenti perché torneremo!“