Uno sfogo, un rifugio, una fuga dalla realtà, o forse solo il desiderio di esprimere se stessa e il suo io più profondo. E’ così che Chiara Rampini, poco più che bambina, ha iniziato a dipingere creando immagini ed emozioni su tela.
Aveva dodici anni quando suo padre improvvisamente scomparve e quell’immenso dolore, vissuto giovanissima, fu la spinta a prendere tela e pennelli e iniziare a raccontare e a raccontarsi.
Forse non è un caso che i suoi primi quadri abbiano ritratto volti umani, occhi felici o spaventati, espressioni del cuore e dell’anima e tutto questo avvolto da tanto, diverso colore.
Chiara ha seguito l’istinto, iniziando il suo viaggio nella pittura e giorno dopo giorno si è scoperta innamorata dell’arte e della bellezza. Così, nonostante il suo fortissimo legame con l’Elba e la sua Capoliveri, presto ha deciso di lasciare la sua isola e trasferirsi a Milano per studiare al liceo artistico: il suo sogno.
“Avevo sedici anni – racconta Chiara – e avevo già frequentato il biennio del liceo classico qui all’Elba, ma la mia passione era un’altra e l’ho seguita”. Poi conseguito il diploma non si ferma e si iscrive all’Accademia delle Belle Arti di Brera. Nel 2008, in quel simbolo italiano di arte nel mondo, si laurea, coronando il sogno di una vita.
Oggi Chiara è tornata: ha 33 anni e vive qui a Capoliveri. I suoi dipinti, pieni di luce ed energia, li troviamo esposti nei luoghi più caratteristici del borgo, ma anche nelle mostre d’arte che sovente vengono allestite sull’isola, come quella dedicata alle donne dal titolo “Oltre la linea” tenutasi nella Sala “Telemaco Signorini” di Portoferraio.
“Il mio mondo pittorico è fatto di colore, molto colore, e di immagini che catturo dalla natura e dai paesaggi che quest’isola ci regala ogni giorno. I miei soggetti oggi sono cambiati: mi lascio incantare dal nostro mare, dalle nuvole che sovrastano il cielo, dagli scorci e panorami che scorgo nelle mie lunghe e mai uguali passeggiate nei nostri sentieri”.
Chiara ritrae la sua Elba e lo fa con eleganza e autenticità restituendo su tela quell’emozione unica che il paesaggio sa donarle. “Mi affascina la nostra isola: spesso porto con me ciò che serve e mi metto a dipingere o a fare schizzi che poi rielaboro e approfondisco appena tornata nel mio studio”.
Ecco che il quadro prende forma, si fa vivo e pieno di energia, cattura lo sguardo: un’immagine densa e suggestivamente reale che tocca il cuore.
E a noi non resta altro che soffermarci, ammirati, a guardare.