Capoliveri non è solo un paese colmo di tradizione e di natura, ma custodisce antichi segreti incisi nella pietra che attraversano la cultura e la storia, beni culturali di inestimabile valore che purtroppo alcune volte vengono dimenticati.
Uno di questi è l’antica Pieve di San Michele, situata proprio all’ingresso di Capoliveri, nel sottostrada. E’ forse la più antica di tutta l’Elba, visto che si pensa risalga al dodicesimo secolo.
Per scoprirne la storia, abbiamo intervistato la dr.ssa Gloria Peria, responsabile della gestione associata degli Archivi Storici all’Elba. Ci ha spiegato che, in base alle ricerche fatte dagli studiosi negli anni passati, si suppone che prima dell’attuale chiesa sorgesse un primitivo tempio di epoca longobarda:
Si pensa che i pisani costruirono sui resti di questo antico monumento la nuova pieve, intorno alla prima metà del dodicesimo secolo. L’edificio pisano, secondo le ricostruzioni degli specialisti, doveva essere costituito da un” aula a forma di rettangolo, lunga 16 metri e mezzo e larga 7 e mezzo, che si concludeva con l’abside semicircolare visibile ancora oggi, ed era costruita con calcare rosato dall’aspetto simile al marmo.
Dai documenti rinvenuti, e risalenti al 1235 ed al 1298, si intuisce chiaramente che nbso online casino la casa del pievano si trovava a fianco delle Chiesa e che, col passare degli anni, l’edificio aumentò di valore, tanto che nel 1376 fu visitata dal Papa Gregorio XI. Il Pontefice, che stava andando dalla Francia a Roma online casino per mare, fu colto da una tempesta e si riparò all’Elba raggiungendo a piedi dalla rada di Longone (oggi Porto Azzurro), proprio la Pieve di San Michele.
San Michele, nell’iconografia religiosa, è rappresentato con una spada in mano, è un arcangelo molto combattivo e, secondo la leggenda, il mito dell’angelo guerriero e la posizione della chiesa simboleggiano una sorta di protezione dai pirati, un deterrente contro le incursioni dei corsari.
Nonostante questo, la pieve venne assalita dal pirata Barbarossa 1544, e dal corsaro Dragut nel 1553, e fu ridotta a rudere; sappiamo che nel 1814 era rimasta solo l’abside e due pareti sino ad una certa altezza. In quegli anni con l’editto di Napoleone, che impediva che si seppellissero i morti dentro le chiese di paese, l’antica Pieve divenne un cimitero; fu demolito quello che rimaneva e fu ricostruito il muro perimetrale con le macerie.
Ad oggi il turista si trova davanti a un monumeto di grande fascino, costruito in epoche diverse; la preziosa l’abside romanica, molto elegante, costruita in calcare rosa sopra citato, la cappellina neoclassica e un lungo muro perimetrale. La pieve è letteralmente immersa nella rigogliosa vegetazione di un verde brillante. Chi la volesse visitare può prendere accordi con l’Ufficio Tecnico del Comune di Capoliveri chiamando al numero 0565-67643 l”Ufficio Stampa.
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